Recensione film: Corri ragazzo corri
Hello guys, finalmente una nuova recensione di film!
Mercoledì era il 27 gennaio, giorno della memoria, e in TV hanno dato un sacco di film a tema. Uno tra questi è stato Corri ragazzo corri, tratto dall'omonimo romanzo di Uri Orlev e io sono qui per parlarvene.
Regia: Pepe Danquart
Cast: Andrzej Tkacz, Jeanette Hain, Rainer Bock e molti altri...
Genere: Drammatico
Durata: 108 minuti
Anno: 2013
Trama: Fuggito dal ghetto di Varsavia con l'aiuto del padre, Srulik, un bambino ebreo di otto anni, si finge un orfano polacco per scampare alle truppe naziste. Con il nome fittizio di Jurek, tenta in ogni modo di sopravvivere e di essere coraggioso, attraverso la foresta e oltre, in cerca di una casa o di una fattoria dove avere cibo in cambio del proprio lavoro. Sarà anche consegnato ai nazisti, da cui riuscirà fortunosamente a svignarsela, continuando una dolorosa fuga verso la libertà: nel suo cammino, in cui si avvicendano le stagioni, entrerà in contatto con uomini e donne disposti ad aiutarlo oppure decise ad ucciderlo, fino alla fine dell'ostilità bellica.
RECENSIONE
Il giorno della memoria mi mette sempre un po' di tristezza, nonostante mi interessi molto l'argomento e abbia visto film e letto libri che trattano proprio di questo tantissime volte.
In Corri ragazzo corri seguiamo la storia di Srulik, bambino ebreo di otto anni, durante la fuga dai nazisti, che durerà qualche anno.
Solo, senza genitori e costretto a vivere in una foresta, si reca nei villaggi della Polonia in cerca di lavoro in cambio di cibo.
Durante il suo cammino incontriamo diverse persone, tutte in fuga dai nazisti.
In questo film non si vedono campi di concentramento, solo stazioni di polizia della Gestapo.
Le famiglie che aiutano Srulik, presentatosi a loro con il nome di Jurek Staniak, sono numerose, ma grazie ad una partigiana che lo accoglierà in casa sua imparerà il credo religioso, che "gli aprirà un sacco di porte".
Gli eventi sono tanti e dopo questa lunga fuga, alla fine della guerra, si presenterà un uomo alla fattoria: sarà venuto per salvarlo o condannarlo?
Il film contiene qualche scena forte dal punto di vista visivo, ma anche tante emozioni.
Abbandonare la propria famiglia, dimenticare il mondo che conoscevi per salvarti, senza però mai dimenticare chi sei veramente.
Ed è stato proprio così.
La storia scorre veloce, senza annoiare mai. E' la chiara rappresentazione di quanto forte possa essere un bambino, quanto forti possiamo essere tutti noi pur di salvare la nostra vita.
I paesaggi - Germania e Francia, luoghi in cui è stato girato il film - erano davvero stupendi, soprattutto la foresta.
E' un film che consiglio a tutti, amanti e non del genere, perché trasmette tanta forza, nonostante gli orrori della Seconda Guerra Mondiale, ed è un ottimo modo per ricordare ciò che non dovrà più accadere.
Voto
★★★★✰
2 commenti
Questo film non l'ho mai visto, ma la tua recensione rende bene l'idea.
RispondiEliminaÈ un tema difficile da digerire, però hai ragione: è un buon modo per ricordare ciò che non deve più accadere... ed è bello che il mondo del cinema abbia ancora voglia di farci imparare dagli errori del passato.
Rendere l'idea di ciò che mi ha trasmesso questo film era il punto più difficile e sono felice che sia riuscito ad arrivare a chi legge ^^
EliminaOgni anno, in questo periodo, ci sono sempre un sacco di titoli (libri e film) che vorrei leggere e vedere, un grande GRAZIE a chi continua a scrivere di tutto ciò per non dimenticare!