Recensione film: The Orphanage

by - 11:30

Buongiorno e buon lunedì a tutti!
Come state? Avete trascorso un bel fine settimana in compagnia di un buon libro? 
Oggi ho deciso di proporvi una delle recensioni in arretrato riguardante un film non proprio recente, ma che sono riuscita a recuperare solo qualche settimana fa. Si tratta di The Orphanage, un horror incentrato sui bambini, un elemento che può essere visto sotto luci diverse, che non ci fa saltare sulla sedia o coprire gli occhi con le mani, ma che ho molto apprezzato.


Regia: Juan Antonio Bayona
Cast: Belén Rueda, Fernando Cayo, Roger Prìncep...
Genere: Horror
Durata: 105 minutti
Anno: 2007

Trama: Laura ha trascorso un'infanzia felice in un orfanotrofio (un'isolata dimora poco lontana dal mare, nelle Asturie), amata dal personale quanto dagli altri bambini orfani, che lei ha amato come fossero fratelli e sorelle. Trent'anni dopo decide di ritornare all'orfanotrofio, ormai abbandonato, insieme al marito Carlos e al figlio adottivo Simón affetto da HIV, per riaprirlo come casa famiglia per bambini con Sindrome di Down. Subito però, l'alone di mistero di quel luogo sembra stimolare la fantasia del figlio, che comincia a tessere una tela di storie fantastiche e di «amici immaginari», che vengono ascoltate con disagio da Laura. Mentre il padre Carlos rimane scettico, credendo che il figlio si stia inventando tutto, Laura piomba nelle irreali storie del figlio, che divengono reali, facendo riemergere dall'oblio ricordi tormentosi della propria infanzia.


RECENSIONE

E' passato diverso tempo da quando prediligevo i film horror e quando, se mi veniva chiesto quale film volessi vedere, rispondevo con un titolo dietro al quale vi era una storia inquietante. Ma qualche settimana fa, spinta dal pomeriggio privo di impegni e ricordando una vecchia lista di titoli da guardare, mi sono finalmente decisa a guardare questo film, il cui produttore è Guillermo del Toro.

Sono passati trent'anni da quando Laura ha lasciato l'orfanotrofio in cui è cresciuta, e con esso i bambini a cui voleva un gran bene. Suo figlio Simon è affetto da HIV e, con il marito Carlos, decide di aprire di nuovo le porte di quella struttura di cui aveva così tanti ricordi, trasformandola in una casa famiglia per bambini affetti dalla sindrome di Down. Dopo la strana visita di un'assistente sociale ficcanaso, strane cose iniziano ad accadere. Simon dice di vedere dei bambini, ma i genitori danno poco peso alla cosa, pensando si tratti di amici immaginari. Lentamente, però, Laura viene trascinata in una "caccia al tesoro" che porterà alla luce i ricordi della sua infanzia.

The Orphanage racconta una storia in cui vi è uno stretto legame tra presente e passato. In quell'orfanotrofio abbandonato in realtà vi soggiornano ancora degli ospiti, che non esiteranno a fare amicizia con i nuovi inquilini, soprattutto con Simon. Laura cerca in tutti i modi di proteggere il figlio dall'immaginazione, che a volte sembra andare troppo oltre. Se il padre Carlos non presta attenzione ai racconti di Simon, Laura inizia ad ascoltarli, partecipando anche allo strano gioco che fanno, la caccia al tesoro. Mano a mano che il tempo passa, Laura si rende conto di aver più legami con quei bambini di cui Simon parla di quanto potesse immaginare. 
Una ricerca psicologica, che la costringerà a ricordare la sua infanzia, la sua vita all'orfanotrofio, i bambini e il personale che ogni giorno la circondavano. Solo in questo modo potrà ritrovare suo figlio.
Una storia già raccontata, penserete voi, ma il modo in cui il regista l'ha strutturata vi stupirà. La ricerca nel passato per far trovare la pace a coloro a cui è stata tolta la vita ingiustamente e che, oggi, nel presente, si vogliono vendicare. Una pellicola coinvolgente, che lascia lo spettatore più volte con il fiato sospeso, e che sorprende fino alla fine.

Voto
★★★★✰

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2 commenti

  1. L'avevo visto al cinema e ricordo che appunto non succedeva nulla di particolarmente "spaventoso", a parte la musica inquietante.
    E nel momento in cui ti rilassavi sulla poltrona... sbam! una delle scene finali.

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    1. Le musiche sono, come sempre, abbastanza inquietanti, anche se le scene non fanno sobbalzare sulla sedia. Sono rimasta sorpresa dal finale, non me lo aspettavo!

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