Recensione: Il catino di zinco

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Uno dei buoni propositi che ho scritto a inizio anno è quello di rileggere alcuni titoli nella mia libreria, dare una seconda possibilità ad alcuni autori o semplicemente immergermi di nuovo in un buon libro. Quello di oggi appartiene alla prima categoria. Ho deciso di dare una seconda possibilità a Margaret Mazzantini, che anni fa non mi aveva affatto convinta. A distanza di anni, ho deciso di rileggere il suo primo libro, Il catino di zinco.

Autore: Margaret Mazzantini    Casa editrice: Mondadori    Genere: Romanzo

Trama: Al centro di questo romanzo c'è l'esistenza drammatica di una donna coerente e volitiva, che riesce sempre a conservare con coraggio e tenacia la sua indipendenza interiore. È Antenora, eroina di un mondo arcaico, nel quale, pur confinata all'interno delle mura, esercita un matriarcato energico e indiscusso. Valori netti e semplici, sentimenti forti ed esclusivi la renderanno capace di affrontare dittature, guerre, e la difficile ricostruzione, senza mai perdersi d'animo. Di fronte alla sua morte, una donna di un'altra generazione, la nipote, ne tratteggia un superbo ed evocativo ritratto. Un romanzo intenso costruito attorno a una donna in grado di essere sempre se stessa nonostante l'ostilità del mondo e della storia.



RECENSIONE


Il romanzo si apre con un funerale e, proseguendo, ci rende partecipi di un percorso a ritroso, immergendoci nelle vite di tre donne appartenenti a tre generazioni: bisnonna, nonna e nipote. Il focus però è su nonna Antenora, una donna che ha vissuto una vita piena e non senza ostacoli, tra la guerra e le difficoltà. Instancabile e schietta, viene sostenuta nel periodo della malattia da quella che sembra essere l'unica nipote con la quale abbia un rapporto d'intesa. La nipote, infatti, cerca in tutti i modi di far sentire la nonna più viva, tra le corse nei corridoi dell'ospedale e nuove, improvvisate attività nella palestra della struttura. Un ruolo da comparsa sembrano avere i figli, mentre si può assistere ai cambiamenti nella relazione tra Antenora e il marito. 

Sebbene la storia alla base del romanzo non abbia troppe pretese, il modo in cui la Mazzantini ha deciso di narrarla la rende lenta e troppo pretenziosa. I termini aulici e ricercati non hanno fatto altro che appesantire la narrazione e a mio parere non erano necessari per una storia di questo tipo. Che abbia voluto fare colpo con il suo primo libro? Alcuni ringraziano che abbia cambiato stile in seguito...
Nonostante questo difetto e un ritmo non proprio incalzante, la seconda metà del libro è riuscita a coinvolgermi di più, creando anche un minimo di empatia con Antenora.
Rispetto alla prima lettura che feci anni fa, qualcosa è riuscito a colpirmi, sebbene in maniera molto lieve, e a restare anche una volta conclusa la lettura.

Voto
★★✰✰✰

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