Recensione: Trainspotting
Ci sono i film cult, che guardiamo più e più volte, e poi ci sono loro, i romanzi da cui sono stati tratti. Il mio rapporto con la storia dei ragazzi di Leith è iniziata diversi anni fa grazie al film Trainspotting, ma il mio primo approccio con il romanzo non era andato a buon fine: mollato dopo solo venti pagine. Come sapete, il 2019 è l'anno delle seconde occasioni, così ho deciso di riprovarci e stavolta direi che è andata decisamente meglio.
Autore: Irvine Welsh ● Casa editrice: Tea ● Genere: Romanzo
Trama: La vita, le avventure, gli amori, il sesso, le sofferenze, la rabbia di un gruppo di ragazzi e ragazze nella Edimburgo degli anni Novanta. Il ritratto di una generazione senza scampo che nella droga sembra trovare l'unica risposta al vuoto esistenziale in cui si dibatte. Una storia aggressiva, "infernale", narrata con feroce umorismo, straordinario realismo e senza falsi moralismi e pregiudizi.
RECENSIONE
Irvine Welsh mi ha fatto cambiare idea e mi ha letteralmente conquistata con il suo stile di scrittura crudo e asciutto. Anni fa avevo iniziato Trainspotting, ma dopo sole venti pagine avevo rinunciato, probabilmente perché a quel tempo mi aspettavo una narrazione diversa. Questa volta, forse conscia del fatto che le mie aspettative erano pressoché inesistenti, l'ho iniziato e l'ho divorato nel giro di dieci giorni. L'unico ordine apparentemente seguito dalla storia è quello segnalato dai titoli di ogni sezione, che scandiscono il tentativo di disintossicazione di uno dei personaggi. Non esistono dei veri e propri capitoli, ma solo brevi stralci di storie narrate da personaggi diversi, anche se presto ci si rende conto che il cerchio si può restringere a Renton, Spud e Sick Boy. Un consiglio che mi sento di dare è quello di non farsi scoraggiare dalla quantità di personaggi e soprattutto dalla quantità di nomi attribuiti a ciascuno di essi. Presto vi risulteranno familiari, perciò godetevi la storia. Se come me avete già visto il film, magari più di una volta, vi aiuterà la memoria visiva a tenerli a mente. Inoltre ci si rende presto conto che alcuni personaggi hanno un modo di narrare particolare e piano piano vi risulteranno riconoscibili grazie anche a certi termini usati.
Alcuni lo considerano un cult, mentre altri lo considerano solo un libro / film sui drogati. Personalmente quello che mi ha colpito del romanzo non è tanto la storia dei ragazzacci di Edimburgo, ma il modo in cui l'autore la narra. Lo stile asciutto, senza tanti fronzoli e con un pizzico di umorismo riesce a catturare il lettore e a coinvolgerlo, trasportandolo nella Scozia degli anni '90. Ho poi recentemente scoperto che Trainspotting è il secondo libro di una trilogia, preceduto da Skagboys e seguito da Porno, che ho già recuperato e che leggerò nei prossimi mesi.
Voto
★★★★✰
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