Intervista all'autore: Roberto Gerilli

by - 13:00

Buon lunedì, cari lettori!
Avete trascorso un buon weekend? Io ho dedicato la serata di ieri alla lettura del libro, che procede un po' a rilento, ma almeno procede.
Per iniziare al meglio la settimana, vi propongo l'intervista all'autore Roberto Gerilli, di cui ho letto con molto piacere Vietato leggere all'Inferno
Se volete saperne di più su questo romanzo, potete trovare tutte le informazioni e i link d'acquisto in questa Segnalazione librosa. Detto ciò, direi che possiamo passare alle domande che ho avuto il piacere di porre all'autore.

INTERVISTA ALL'AUTORE: ROBERTO GERILLI


Ciao Roberto e benvenuto su Cinebooks Blog! È un vero piacere poter fare quattro chiacchiere con l'autore di un libro che mi è piaciuto così tanto! Prima di iniziare, cosa ne dici di parlarci un po' di te?
Anche per me è un piacere rispondere alle domande di qualcuno che ha apprezzato il mio romanzo! Okay, allora, vediamo un po'... sono Roberto Gerilli e sono un libromane. Leggo romanzi di qualsiasi genere e di qualsiasi lunghezza, e adoro l'odore della carta, non posso farci nulla. Oltre alla mia assuefazione letteraria, ho molti altri vizi: sono un appassionato di cinema, guardo decine di serie TV all'anno e sono un discreto consumatore di fumetti (Marvel, per lo più). Insomma, forse è meglio che mi stiate lontano se non volete essere contagiati.

Il tuo romanzo è intitolato Vietato leggere all'Inferno. La scelta di tale titolo è legata all'inferno che vive Amleto, così come ogni lettore, dopo l'entrata in vigore della legge Montag o vi è qualche altra cosa che lo ha ispirato?
Mi piacerebbe darti ragione e dirti che il titolo ha un significato metaforico profondo. In realtà l'ho scelto solo perché pensavo rispecchiasse il tono pulp del romanzo. Sono un disastro con i titoli e tutti quelli che hanno collaborato con me possono testimoniarlo. Però la tua versione mi piace molto e non escludo di usarla in futuro. Posso, vero? ;)

I genitori di Amleto sono dei veri appassionati di Shakespeare, tant'è che hanno chiamato il proprio figlio come un'opera dello scrittore. Hai anche tu una passione per questo autore o è stata una scelta casuale?
Al liceo avevo una professoressa di inglese che ogni estate ci consigliava dei libri da leggere. Non erano compiti, ma consigli (uno di questi fu proprio Fahrenheit 451). Un giorno spiegò che Shakespeare andava riletto più volte, a distanza di tempo, perché ogni lettura trasmetteva emozioni differenti a seconda dell'età e delle esperienze vissute. E' una cosa che mi ha colpito molto. E poi ritengo le opere di Shakespeare la base di tutta la narrativa moderna. Qualsiasi storia inventi, lui l'ha già scritta.

So che in Amleto c'è anche un pezzettino di te. Avete in comune solo l'amore per i libri o condividete qualche altra passione?
Quella per il cinema d'azione anni '80, sicuramente, e anche il dilemma di Arma Letale: si parte al tre oppure si conta uno, due e tre e poi si parte?
Abbiamo molto altro in comune, ma non posso dirlo, altrimenti violerei il segreto professionale tra scrittore e personaggio.

Nell'Italia in cui vive Amleto è in vigore la legge Montag, che considera illegale la letteratura al pari di qualsiasi droga o sostanza stupefacente. Com'è nata l’idea di tale legge? Ti sei ispirato a qualche fatto storico o è pura immaginazione?
Il nome è un omaggio a Fahrenheit 451, mentre la legge è ispirata a un fatto realmente accaduto negli Stati Uniti alla fine degli anni '50. Nel 1954 lo psichiatra Fredric Wertham pubblicò un saggio, Seduction of the Innocent, nel quale sosteneva che i fumetti dell'epoca fossero una delle principali cause della delinquenza giovanile. L'opera fu un caso editoriale che allarmò tutti i genitori americani, provocando il crollo delle vendite dei fumetti e un'inchiesta ufficiale aperta dal Congresso degli Stati Uniti. A seguito dell'avversione generata, le case editrici di fumetti dovettero auto-censurarsi imponendosi il Comics Code Authority, rispettato addirittura fino agli anni '80.
Ho scoperto questa vicenda mentre lavoravo a Vietato leggere all'Inferno e ho capito subito che sarebbe stata l'ispirazione perfetta per l'ambientazione che avevo in mente. La legge Montag sembra assurda, certo, ma è solo poco distante dall'assurdità vissuta dal mondo del fumetto americano.

La vita di Amleto è alquanto ordinaria. Come mai Eleonora sceglie proprio lui per mettere in atto il suo progetto?
Forse Eleonora ha preso informazioni su tutti i piccoli criminali di Ancona, o forse è stato solo un caso. Come dice lo stesso Amleto, Eleonora è il deus ex macchina della sua vita, arriva all'improvviso e gli stravolge l'esistenza. Quando hai la fortuna di incontrare persone così importanti non ti chiedi perché abbiano scelto te, anche se Amleto non è convinto di essere stato tanto fortunato.

Allontaniamoci per un momento dalla storia per una domanda di cui sono curiosissima di leggere la risposta. Qual è l'aspetto più bello e quello più brutto di scrivere un romanzo distopico?
Il più brutto è che la gran parte dei lettori e degli addetti ai lavori tende a non prenderti sul serio, pensano sia un'altra storiella fantasy, e il fantasy ormai ha rotto le scatole a tutti. E' frustrante. C'è però un aspetto più bello: scrivendo una distopia puoi inventare una storia con più livelli di lettura, soprattutto se scegli un mondo solo in apparenza diverso dal nostro.

Si può cogliere una vena polemica nei confronti del mondo editoriale italiano. Cosa ne pensi e cosa suggeriresti per migliorarlo?
Credo che l'editoria italiana sia un mondo alla rovescia: gli editori influenzano il mercato con campagne promozionali più o meno faraoniche e molti lettori hanno perso la voglia o la capacità di distinguere un buon libro, comprano semplicemente quello con la pila di copie più alta. E' facile dare la colpa agli editori – che al massimo sono grandi complici – ma siamo noi lettori che compriamo l'ultimo non-libro di Fabio Volo e lo facciamo salire ai primi posti della classifica dei best-sellers. Forse sono un po' ingenuo, ma credo che i lettori abbiano il potere di migliorare e cambiare l'editoria italiana: un libro alla volta.


Cari lettori, questa era l'ultima domanda per oggi! 
Ringrazio ancora una volta Roberto Gerilli per la sua disponibilità, è stato un vero piacere intervistarlo e soprattutto poter leggere il suo bellissimo romanzo.
Se ancora non l'avete letto, vi consiglio vivamente di recuperarlo, perché state certi che vi sorprenderà! 

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