Recensione film: Passengers
Salve lettori, come state?
La scorsa settimana ho approfittato dell'iniziativa Cinema2Day e sono andata al cinema a vedere Passengers, uno dei titoli del 2016 che più mi incuriosiva. Non c'è da stupirsi se un'ora prima dell'inizio erano rimasti solo cinque posti disponibili, ma la sottoscritta, grazie ad un colpo di fortuna, è riuscita a prendere i biglietti - il posto non era dei migliori, prima fila in basso, ma almeno l'ho visto! Tralasciamo il collo indolenzito e il mare di pop corn sul pavimento e parliamo un po' di Passengers.
Regia: Morten Tyldum
Cast: Chris Pratt, Jennifer Lawrence, Michael Sheen e molti altri...
Genere: Fantascienza
Durata: 116 minuti
Anno: 2016
Trama: Durante un viaggio verso una nuova casa su un altro pianeta, due passeggeri vengono svegliati 90 anni prima del previsto per un guasto della nave spaziale. Jim e Aurora si ritrovano con la prospettiva di passare il resto della loro vita a bordo, pur con tutti i comfort possibili, e si innamorano ma scoprono che l'astronave è in grave pericolo. La vita di 5000 passeggeri addormentati dipende da Jim e Aurora, solo loro possono salvarli.
RECENSIONE
Non so quante volte ho guardato il trailer, affascinata dalla storia e dal colpo di scena finale, in cui Jim dice ad Aurora C'è un motivo per cui ci siamo svegliati prima. Le mie aspettative erano alle stelle e, pur non amando particolarmente lo spazio e viaggi spaziali in genere, sapevo che non avrei visto la storia di due astronauti bloccati su un'astronave.
Jim e Aurora sono due dei cinquemila passeggeri della nave Avalon. Dovevano vivere 120 anni in ibernazione, per svegliarsi su un altro pianeta, nel futuro. Jim, però, si sveglia in anticipo e ogni giorno cerca un modo per entrare nelle aree a lui inaccessibili, come la stanza di comando. Dopo un anno di tentativi falliti e di completa solitudine, ad eccezione del barman, un robot senza sentimenti, decide di svegliare un altro passeggero: Aurora, la scrittrice dai capelli biondi, le cui parole nell'intervista lo hanno incantato. Jim è innamorato di lei e per diverso tempo le nasconde il motivo del suo risveglio, giustificandolo come guasto tecnico. Tra i due nasce poco a poco un sentimento reciproco, ma presto dovranno fare i conti con i problemi tecnici dell'astronave, che aumentano ogni giorno di più. Un aiuto prezioso lo riceveranno da un tecnico dell'equipaggio, Gus Mancuso, svegliatosi anche lui in anticipo a causa di un guasto alla propria cella di ibernazione. I due giovani dovranno mettercela tutta per risolvere i problemi della Avalon e salvare non solo le loro vite, ma anche quelle di altri cinquemila passeggeri.
Passengers ci dà l'idea di come saranno in un lontano futuro le crociere. Non più su grandi navi che affrontano i mari, ma su astronavi dirette su altri pianeti simili alla Terra, naturalmente con tutte le comodità. L'unica pecca di questo viaggio sarà appunto il tempo, che costringerà i passeggeri e l'intero equipaggio all'ibernazione, per poi svegliarli pochi mesi prima dell'arrivo a destinazione.
L'idea è allettante, ma potrebbe essere ancora più intrigante se tre passeggeri si svegliassero prima del tempo. Cosa succederebbe, in quel caso? Passengers ci dà la risposta.
Jim è un meccanico, salito a bordo per portare la propria conoscenza sul nuovo pianeta. La sua prenotazione non gli permette di usufruire di tutti gli extra, ma non se la passa male.
Aurora è una scrittrice che ha deciso di partire per portare avanti un progetto ben più grande, curiosa di scoprire cosa le riserva la vita nel futuro. Poi c'è Arthur, il barman robot, l'unica macchina che somiglia all'uomo e con cui Jim si confida ogni sera. Mi ha ricordato il barman di Shining, ma senza quell'aspetto inquietante e psicologico. Infine c'è il tecnico dell'equipaggio, Gus, il personaggio più utile e inevitabilmente destinato a durare giusto il tempo di impartire compiti ed istruzioni.
La vita sulla Avalon procede tranquillamente, almeno fino a quando il sistema non inizia a presentare problemi. Jim e Aurora saranno gli unici in grado di riparare i guasti e mettere in salvo le proprie vite e quelle dei passeggeri anche se, a differenza di questi ultimi, loro non vedranno mai la destinazione.
Lo spettatore viene immediatamente catapultato nel futuro, già a bordo dell'astronave Avalon. Dopo il risveglio di Jim, scopriamo man mano tutte le comodità di cui i passeggeri usufruiranno una volta svegli, ma da subito ci rendiamo conto di un problema irrisolvibile: chi si sveglia prima del tempo non potrà rimettersi a dormire, perciò è destinato a vivere nell'astronave e a non vedere mai la destinazione. Il gesto compiuto da Jim, spinto dall'esasperazione e dalla completa solitudine, mi ha stupita. Dal trailer mi aspettavo tutt'altro, un risveglio di entrambi dovuto allo stesso problema, ma alla fine mi sono chiesta se non sarebbe risultato monotono e scontato. Jim commette un omicidio, come lo definisce Aurora, svegliandola e costringendola al suo stesso destino. Ma senza di loro l'astronave che fine avrebbe fatto? Sarebbe quasi sicuramente andata distrutta e tutti i passeggeri sarebbero morti, perciò si può forse dire che il guasto che ha svegliato Jim e, successivamente Gus, sia stato un colpo di fortuna.
La pellicola scorre veloce, coinvolgendo sin da subito lo spettatore. L'uso della computer grafica è inevitabile, poiché è l'unico modo in cui si può rappresentare il futuro e tutte le possibili tecnologie di cui il mondo disporrà. Non mancano scene più leggere e divertenti, in perfetto contrasto con quelle ricche di tensione e azione. La storia, a mio parere, è ben costruita, senza punti morti e senza interrogativi a cui non vi è risposta. L'unica cosa che non mi è piaciuta e che ho trovato molto banale, è stato il finale. Speravo in un colpo di scena, in una decisione che mi lasciasse a bocca aperta, ma è tanto prevedibile quanto banale: la vita in due non è così male, sembra dirci, con tutte le comodità illimitate di cui disponiamo, perciò che importa?
Voto
★★★★✰
4 commenti
anche io sono rimasta molto scontenta del finale...potevano fare trenta minuti in più di film e approfondire certi aspetti invece di: voilà, abbiamo dato per scontato un sacco di aspetti tecnici, ma vi abbiamo lasciato con un ingenuo e stucchevole happy end..
RispondiEliminaEsatto! E' stato un po' affrettato e lasciato molto al caso, giusto per fare l'happy ending e far spuntare il sorriso a tutti.
EliminaConcordo sul finale, mi aspettavo qualcosina in più
RispondiEliminaIo sono rimasta abbastanza perplessa, l'ho trovato molto banale...
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